Pianificare la stagione d’allenamento

Failing to plan is like planning to fail

Una coerente e razionale organizzazione dell’allenamento sportivo prevede la comprensione di tre pilastri della metodologia dell’allenamento:

  • Pianificazione
  • Periodizzazione
  • Programmazione

Complessivamente Il percorso è composto dallo sviluppo dei seguenti passaggi:

– analisi della situazione di partenza (da dove si parte);

– definizione degli obiettivi (dove si vuole andare);

– scelta dei contenuti (quale strada prendere);

– scelta dei metodi (come fare il viaggio);

– monitoraggio e valutazione (controllare di essere sulla strada giusta)

PIANIFICAZIONE

Rappresenta il momento generale di formulazione delle strategie riferite a un ampio arco di tempo all’interno del quale vanno definiti gli obiettivi, le priorità, le scadenze più importanti e i tempi occorrenti per le varie fasi di preparazione.

A volte un atleta progredisce più velocemente di quanto programmato, altre volte può incorrere, per esempio, in infortuni che richiedono la rivisitazione del piano.

Il piano d’azione della pianificazione è dinamico; se da una parte è opportuno che esso sia studiato e definito in partenza, dall’altra è altrettanto importante che sia monitorato, adattato ed eventualmente modificato in funzione del cambiamento di alcune variabili nel corso della stagione. 

Come pianificare la stagione agonistica

PERIODIZZAZIONE

Rappresenta l’organizzazione temporale della pianificazione, la suddivisione della stagione in periodi. 

Significa organizzare e distribuire razionalmente nell’arco dell’anno i diversi carichi al fine di ottenere il giusto rapporto tra intensità, volumi e recuperi.

Una corretta periodizzazione consente agli sportivi di affrontare gli impegni di maggior importanza nelle condizioni ideali di efficienza organica e fisica.

È fondamentale e necessaria perché:

– non è possibile allenare contemporaneamente tutti i fattori della prestazione;

– è necessario garantire il rapporto ottimale tra carico e recupero;

– la forma sportiva non può durare tutto l’anno ma deve coincidere con il periodo agonistico.

Nella periodizzazione annuale dell’allenamento si distinguono tre diversi periodi:

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– preparatorio;

– agonistico;

– transizione.

Durante Il periodo preparatorio si costruiscono le fondamenta della forma sportiva, attraverso lo sviluppo delle varie componenti tecniche e condizionali; si costruisce la base della piramide o se si preferisce le fondamenta della casa.

Si mette fieno in cascina, si riempiono i serbatoi di carburante che sarà utilizzato nel periodo successivo.

Il periodo agonistico coincide con il raggiungimento dello stato di forma da parte dello sportivo. Mentre si può mantenere una buona condizione fisica, diciamo intorno al 70% del proprio potenziale massimo per parecchi mesi, nel caso ci si voglia avvicinare al 95-100% dello stato di forma, questo potrà durare all’incirca due mesi, periodo terminato il quale si osserverà un inevitabile decremento.

Il periodo di transizione è quel lasso di tempo che intercorre tra il periodo agonistico e l’inizio del periodo preparatorio successivo e consiste nel trascorrere alcune settimane di recupero attivo e di attività alternative.

PROGRAMMAZIONE

E’ il momento particolareggiato di stesura del programma di allenamento sulla base di quanto pianificato in precedenza, stabilendo i mezzi, i metodi e il loro andamento temporale, alla fine di realizzare il progetto pianificato.

Costituisce l’insieme dei metodi e delle strategie che, utilizzando i diversi mezzi d’allenamento, secondo una precisa distribuzione dei carichi, si pone come obiettivo il raggiungimento del massimo stato di forma sportiva nel periodo agonistico desiderato.

Una corretta programmazione è quella che prevede, per i diversi mesi dell’anno, differenti proposte allenanti. Uno degli errori più frequenti è ripetere la stessa settimana d’allenamento per tutti i mesi dell’anno con la conseguenza di abbassare gli effetti positivi dell’allenamento.

Per comprendere questo si pensi, come esempio, al meccanismo delle scatole cinesi: ogni settimana di allenamento di un determinato periodo dovrà essere contenuta all’interno di un periodo più prolungato, consideriamo un mese, con il quale dovrà avere elementi di coerenza. Il mese considerato, a sua volta, dovrà soddisfare le stesse condizioni all’interno di un macro periodo, che potrebbe essere un trimestre.

La necessità di suddividere in cicli d’allenamentonasce dal fatto che un allenamento efficace è garantito solo se viene assicurato il rapporto ottimale tra carico e recupero. Ciò significa che stimolazione e ristabilimento si susseguono in modo razionale e sono sintonizzati tra loro. 

L’alternanza sistematica e individualizzata tra carico e recupero permette lo sfruttamento delle possibilità di adattamento degli atleti e produce stimoli qualitativamente nuovi che contribuiscono ad aumentare efficacemente la capacità psicofisica. 

L’articolazione della stagione sportiva in cicli d’allenamento permette miglior controllo, direzione e organizzazione del processo. Ognuno di questi cicli non ha un significato autonomo, ma ovviamente è collegato a quelli di minore e maggiore durata.

Infatti, ogni ciclo ha una logica interna e una esterna.

La logica interna è costituita dal numero delle sedute allenanti, dalla durata, dalle intensità e dai recuperi. Dipende da ciò che lo compone e dai suoi obiettivi specifici.

La logica esterna è di tipo concatenato e mette in relazione gli effetti cumulativi del carico all’interno del ciclo, con il lavoro fatto nel microciclo precedente e anche con il lavoro che dovrà essere fatto nel microciclo seguente. La sua natura dipende quindi da come esso si salda con i cicli che lo hanno preceduto e da come si posiziona nello sviluppo generale dell’allenamento.

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