Come strutturare con chiarezza e consapevolezza gli obiettivi agonistici
– prima parte –
Dove la porto, Signore?
Quante volte, ad esempio prendendo un taxi, ci hanno rivolto questa domanda? Quando prenotiamo un ticket aereo o ferroviario, come prima cosa dobbiamo indicare la destinazione.
Dare una definizione di “dove voglio andare”, di obiettivo, non è facile.
La migliore può essere “obiettivo = stato risultato desiderato”
Quali sono i vantaggi di lavorare per obiettivi ?
- dare direzione al proprio lavoro (visualizzare cosa si desidera che accada)
- chiarire le proprie aspettative
- innalzare il livello delle proprie prestazioni (se stabilisco l’altezza dell’asta da saltare posso allenarmi in modo specifico per farlo)
- migliorare la mia efficacia ed efficienza, con conseguente aumento della mia produttività personale
- misurare e valutare, a posteriori, se e quanto sono stato bravo
Definire l’obiettivo permette di individuare le cose da fare, di stabilirne l’ordine corretto, di eliminare le attività superflue e quindi di contenere gli sprechi di risorse ed energie
Gli obiettivi ci forniscono la motivazione ad agire ( = motiv-azione) e stimolano la capacità di attivare, in noi e fuori da noi, le risorse che ci occorrono.
Una loro corretta formulazione e costruzione permette di elaborare un efficace piano d’azione (Programmazione) per trasformarli in risultati concreti.
Coaching | Training |
chiarezza sugli obiettivi | Pianificazione |
stabilire il percorso verso la meta | Periodizzazione |
identificare le risorse necessarie | Mezzi d’allenamento |
Naturalmente una corretta formulazione degli obiettivi non mette al riparo dai parziali insuccessi, da qualche battuta d’arresto verso l’obiettivo
Tuttavia questi episodi non sono fallimenti, ma semplicemente risultati, parziali sconfitte.
Se in possesso di un obiettivo ben formato, ogni risultato ottenuto durante il viaggio, è un prezioso indicatore che fornisce indicazioni e informazioni.
Mentre un successo evidenzia che si sta procedendo nella giusta direzione, un risultato al di sotto delle aspettative è il segnale che nell’itinerario va cambiato qualcosa.
E’ strategico possedere gli strumenti per “leggere” il momento di insuccesso (es. una gara di verifica non in linea con le aspettative), per riflettere, riordinare le idee, puntellare le proprie debolezze, gioire dei miglioramenti, constatare i propri punti di forza.
Una corretta valutazione della sconfitta diventa un potente stimolo al miglioramento, a crescere, impegnandosi verso un pronto riscatto.
La vera sconfitta è quella subita senza porsi domande sul perché è avvenuta, senza prendere coscienza dell’accaduto. È più semplice accogliere la sconfitta come una fatalità ineluttabile, ma è una rinuncia a sfruttare le ricchezze che la sconfitta offre.
E’ più comodo cercare la motivazione in altro da sé, abbracciando la cultura dell’alibi: la responsabilità è di chiunque, purché non mia: è una scelta di autotutela psicologica, che mette al riparo dalla possibilità di mettersi in discussione e, quindi, anche da quella di migliorarsi.
La definizione dell’ Obiettivo
Quando voglio farlo ottengo risultati migliori di quando devo farlo
Ci sono diversi modelli utilizzati nel coaching che facilitano la definizione dell’obiettivo.
Tra i più utilizzati il G.R.O.W; il significato dell’acronimo è il seguente:
G = goals
Il coach pone all’atleta domande sugli obiettivi desiderati
E’ importante che l’atleta percepisca l’obiettivo come suo, con forte senso di appartenenza. Tutte le parti (es. staff tecnico) devono essere allineate e condividerne le motivazioni
R = reality
Quando la realtà è chiara, gli obiettivi sono meglio a fuoco. La conoscenza della situazione, delle capacità e delle caratteristiche dell’atleta al momento attuale sono di fondamentale importanza per tarare al meglio l’obiettivo finale. Il criterio più importante per esaminare la realtà è l’obiettività
O = options
E’ la fase in cui si esercita il cosiddetto “brainstorming” ovvero il generare nuove e varie idee (opzioni) che possano aiutare al raggiungimento dell’obiettivo.
Lo scopo di questa fase non è di trovare la “risposta giusta” ma di creare una lista con il maggior numero di linee di condotta alternative possibili. La quantità delle opzioni è più importante della qualità o fattibilità delle stesse. Questa fase si chiude con la classificazione delle opzioni emerse
W = when – what – who
Costituisce il piano d’azione, ovvero quando, cosa e con chi farai ciò che hai programmato. Lo scopo di questa fase è di trasformare la discussione tra coach e atleta in una decisione.
Le tre W devono essere circostanziate e dettagliate. E’ il tempo per la precisione
Nella seconda parte dell’articolo verrà presentato il Modello S.T.R.A.P.E.R.S. appositamente studiato per la corretta identificazione dei requisiti di un obiettivo ben formato